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Parola a Gigi Mignola. Con lui uno sguardo sulla nazionale e la prossima serie A1

16 Ott , 2018  

di Emanuele Tinari

Il 2018 del baseball italiano seniores è finito con l’esperienza in Arizona della nazionale maggiore di Gibo Gerali. Una full imersion proficua ed importante di cui parliamo con il vice presidente federale Gigi Mignola presente negli Stati Uniti al seguito degli azzurri.

“Posso dire che è andata molto bene. Il giusto proseguo di un percorso che dovrà sfociare nel 2019 con l’Europeo e la qualificazione olimpica. Per i ragazzi sicuramente è un’ottima esperienza, lì tutto è improntato per il baseball, per i giocatori l’unico pensiero è lavorare. Abbiamo affrontato avversari di gran livello in cui erano presenti ex Major, giocatori ancora di Grande Lega in ripresa da infortuni e giovani prospetti interessanti. Basti pensare che gli A’s, con cui abbiamo giocato due volte, avevamo 78 giocatori nel roster di cui 24 lanciatori affrontati quasi tutti nelle due sfide. Anche per lo staff tecnico è stato molto produttivo. Ci sono state alcune sedute di allenamento congiunte con allenatori degli Atlhetics che hanno collaborato con i nostri. Abbiamo lavorato su gestione di allenamenti e alcuni percorsi che non erano sconosciuti ai nostri coach però vederle sul vivo dal campo con questi tecnici è un’altra cosa”.

Per Mignola il bilancio della nazionale del 2018 è positivo in attesa di un 2019 che sarà davvero cruciale.

“Abbiamo consolidato un gruppo di giocatori già valido integrandolo con alcuni giovani in prospettiva futura. Abbiamo fatto vedere a loro quali sono le ocndizioni per far parte della nazionale. Chi ha partecipato ad Haarlem, al Super Six o in Arizona ha visto come si lavora e i nostri obiettivi non sono rivolti solo alle Olimpiadi 2020 ma, soprattutto con i ragazzi alle prime presenze azzurre, pensiamo anche a quelle del 2024. Ovviamente l’esperienza statunitense è qualcosa che vogliamo riproporre nel tempo. Il periodo preso in considerazione è quello prima dell’avvio del campionato, servirà sicuramente al gruppo con la speranza di trovare altre date durante la stagione sempre in base agli impegni dei club. Rispetto a Messina, dove si era in pre-season, qui i ragazzi arrivavano preparati dopo una stagione completa. Tanti si sono giocati la loro carta visto che più di qualcuno è stato visionato dagli scout presenti sui vari campi e sicuramente verrà ricontattato nelle prossime settimane. Mi è piaciuto lo spirito con cui si è affrontata la trasferta, non è stato solo un off season di allenamento, ma in tanti si sono voluti mettere in mostra e pensando alle loro prestazioni con conseguente innalzamento del livello tecnico del gruppo”.

Due battute anche sul caso Morellini e il suo rifiuto di accettare la convocazione dopo la mancata chiamata di Gerali per il Super Six.

“Da ex atleta degli anni ’70 sarei andato in nazionale anche gratis. Per Yuri ovviamente il discorso economico non conta, ma queste sono scelte dei singoli. Tutti hanno recepito che la sua sia stata una scelta personale e in base alla propria idea ognuno decide il da farsi. Non si è discusso di questo argomento anche se qualcuno si sarà chiesto cosa avrebbe fatto se fosse stato al suo posto, ma sulle questioni tecniche non entro, io penso alla logistica a creare meno problemi agli atleti dai trasferimenti alle attrezzature”.

Non poteva mancare uno scambio di ipotesi sulla A1 che verrà toccando questione numero di partecipanti, AFI ed eventuali rifiuti.

“Alla prima riunione non ero presente personalmente perchè negli Usa ma dalla federazione c’è stata l’ennesima apertura nei confronti delle società. Ho letto di come Marcon, nonostante le voci su qualche formazione che non ci sarà, sia categorico sulle 12 squadre. A bocce ferme, dopo affiliazioni ed iscrizioni avremo un quadro più completo, intanto ho sentito gli interventi della società e sono d’accordo con la Fortitudo che dice di avere sei squadre nei playoff e sei nei playout, invece molti non hanno ben presente la realtà del nostro baseball ma vivono ancora di ricordi. Noi siamo pronti ad ascoltare proposte ed osservazioni di crescita seppur valide. Per quanto riguarda gli AFI, le normative europee non sono cambiate, ma noi l’anno scorso siamo partiti da un anno zero e proprio la denominazione AFI (atleti di formazione italiana) ha aperto uno spiraglio per un utilizzo minimo in campo. Se non determini la categoria nelle regole, cioè la formazione italiana, non potevamo avere possibilità. Personalmente sarei anche per 5 AFI in campo però questo per alcune società sarebbe un problema perchè non ci sono tutti questi giocatori. Sono d’accordo con Mura quando dice che la serie A1 deve essere disputata da giocatori già formati, infatti non abbiamo 100 top player da dividersi, ma circa 15 di cui molti già accasati, per questo può andare bene un campionato ad una doppia velocità con l’aggiunta di uno straniero in caso di playoff. Per quanto riguarda la multa di cui tanto si è parlato, in un periodo del genere con un risanamento in atto non potevamo rischiare. Assicuro che non era una bufala, più di qualcuno si era già informato nel caso non avessimo equiparato i comunitari, so bene anche le decisioni del volley e della pallanuoto ma ripeto noi non eravamo nelle condizioni di prendere tal rischio. Per la data della prossima riunione non c’è certezza, nei prossimi giorni mi incontrerò personalmente col presidente Marcon e parleremo del progetto, inoltre confermo che chi rinuncerà alla categoria verrà retrocesso di diritto in serie C. Questa norma era già presente da anni nello statuto, forse con il blocco delle retrocessioni non era stata più messa in atto, ma già dall’anno scorso le società sapevano a cosa sarebbero andate  incontro in caso di rinuncia nel caso avessero acquisito il diritto di disputare la serie A1 sul campo.

Foto copertina: Ravennanotizie