Racconti

Qualificazioni olimpiche DIARY – DAY 2

20 Set , 2019  

di Ignazio Gori

19 Settembre 2019

Ascoltami ragazzo, stai commettendo un grosso errore a non interessarti del Baseball; esso è il più bel gioco del mondo ed ogni uomo dovrebbe sentirsi orgoglioso di averci qualcosa a che fare, non importa cosa, anche sedersi semplicemente sulle gradinate dello stadio e urlare alla squadra del cuore di farsi sotto e battere un fuoricampo.”

(Babe Ruth, da una lettera rivolta ai ragazzi sul valore del baseball)

L’umida sottana della via Emilia ogni giorno sembra condurre a nuove emozioni, a nuovi straordinari e inaspettati incontri. Io, Gian e Vince sembriamo dei nostalgici trovatori, pronti ad assorbire pieni di entusiasmo i ricordi di una nuova leggenda. L’appuntamento non è proprio quello di tutti i giorni, perché se ieri abbiamo ascoltato il Toro Rinaldi, oggi è la volta di un altro grande campione, forse il più grande slugger della storia del baseball italiano, un campione di “sport & civiltà” – ha ricevuto a tal proposito un premio ad hoc – uno dei miti dello sport parmense, il catcher Giorgio Castelli, molto poco propenso ad apparire, chiuso nella sua granitica umiltà, quasi contadina. Ma il Bar del Baseball può compiere di questi miracoli, può, con l’intermediario e prezioso aiuto di Sal Varriale, amico fraterno di Castelli e suo ex compagno di squadra, stanare un personaggio difficilmente avvicinabile. L’appuntamento è fissato per pranzo in un tipico ristorante emiliano, “Il Granaio”, dove ci attende una tavolata unica, davanti ai tortelli alle erbette di Parma. Castelli è in giornata buona fortunatamente e ci rende partecipi, con Sal e gli altri amici, di un rigurgito di aneddoti scolpiti nella cronistoria del baseball italiano: le prime partite da ragazzino nelle basi americane, gli occhi lucidi alla vista delle palline e dei guantoni nuovi, i primi scontri con le squadre milanesi, il mitico Aldo Notari e Nino Cavalli, trafficante di caffè e materiale da baseball, un’istituzione qui a Parma, tanto da intitolargli lo stadio … il tutto con una ironia sottile e un rigore che emoziona e suggestiona. Si passa dall’evoluzione delle scarpe da baseball – le prime erano in pelle di canguro – all’arte di Matisse per i collage, dall’istrione Gigi Cameroni al celeberrimo Castello di Torrechiara, dove sono custoditi una serie di disegni erotici con le scimmie (sic!) e dove pare che un misterioso passaggio segreto sotterraneo conduca fino al centro di Parma. Gian dipana le sue domande rivolte a Castelli, riavvolgendo ogni volta il nastro delle emozioni, sapendole deviare con maestria su questioni attuali, alle quali campioni come Castelli sono e vogliono restare estranei. Il mondo del baseball infatti che hanno vissuto Rinaldi, Sal, Castelli, Costantini, Carlos Guzman … non esiste più, come non esiste più la tempra e la passione che lo ha mosso. Questi eroi del passato andrebbero ibernati, proprio come hanno fatto con il grande Ted Williams; magari i giovani guardandoli potrebbero trarre beneficio solo incrociandone lo sguardo rivolto all’infinito … Ma non c’è tregua per il team del Bar, neanche di fronte a questo diluvio di emozioni. A Bologna la nazionale, dopo il break della partita contro il Sud Africa, affronta la modesta Rep. Ceca. Primo lancio della gara affidato a Nicoletta Mantovani, tra lo stupore dei cinquecento fedelissimi degli spalti. 5 a 1 il risultato finale, da sottolineare un home run da tre di Colabello e una buona prova generale. Poco altro. La vociante postazione del Bar del Baseball, oggetto della curiosità e della simpatia degli astanti del “Gianni Falchi” è stato supportata da Vic Luciani e Toro Rinaldi, che insieme a Gian e Orlando Garbella non hanno perso nemmeno una sequenza di gioco, non lasciando mai a secco di informazioni la numerosa e attenta community del nostro social, ormai su ampia scala nazionale. Domani non sarà facile nella ripresa contro i sudafricani e soprattutto contro Israele, vittorioso 8-1 contro l’Olanda, un risultato che scombina i valori dell’eventuale classifica finale. Ma sarebbe un grave errore pensare di arrendersi, perché come dice Giorgio Castelli: il baseball è una vera esperienza di vita e va vissuta fino alla fine. Ricordatevene Drughi!

(Fonte immagine: archivio Il Bar del Baseball)