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Sal Varriale: con il Bar del Baseball è stato puro divertimento

1 Nov , 2018  

di Cristina Pivirotto

Un campione di quelli sul cui valore non si discute. Un giocatore che ha segnato un’epoca in Italia. Un battitore temuto da tutte le difese. Sal Varriale è stato tutto questo per il baseball italiano. Nel suo prestigioso curriculum ha collezionato

10 scudetti

13 Coppe dei Campioni

4 Coppe Italia

3 Coppe del Mediterraneo

1 Coppa delle Coppe

1 Coppa CEB

1 Super Coppa

6 Campionati Europei Seniores

1 Europeo Cadetti

1 Europeo Juniores,

4 edizioni delle Olimpiadi (Barcellona, Atlanta, Sydney, Atene).

Può bastare per capire che è un “grande”?

Partiamo dicendo che tu hai giocato negli anni più esaltanti del baseball italiano

Si, è vero. E non c’era la televisione e il baseball era seguitissimo negli stadi. Oggi, invece, abbiamo mille modi per seguire una partita a distanza.

Cosa mi dici di questa esperienza con il Bar del Baseball

Per me è stato puro divertimento. Vedo che, dall’altra parte, ci sono persone che amano il baseball e si divertono anche loro.

Poi diciamolo, sai uno che sa stare davanti alle telecamere.

Si, ho un po’ di esperienza. Credo di essere un buon comunicatore.

Questa qualità la sfrutti con qualche società di baseball, con i giovani?

Io sono con il Parma Baseball, però non faccio molto. Sono sempre disponibile, però, ad aiutare tutti quelli che mi cercano. Voglio aiutare i ragazzi giovani, soprattutto nella battuta e poi a qualsiasi tecnico sono pronto ad insegnare quello che so. Perché anche i tecnici possono migliorare. Ci sono molte cose che faccio io e che non fa nessuno, allora mi piace scambiare con loro le esperienze.

Facciamo un esempio della tecnica di battuta di Sal Varriale: durante le dirette rilasciate al bar del baseball hai sottolineato come sia utile fare un passo avanti quando il lanciatore lancia palle curve.

Esatto, quella è alta tecnica. Certo è che se hai un lanciatore che lancia a 100 miglia non conviene farlo, non si può andare troppo in avanti.

Venivi da un’esperienza con Sky, quindi molto professionale. Alla luce di questa esperienza, come ti sei immerso in questa realtà del Bar del Baseball con tutta la sua semplicità (perché nessuno è professionista da queste parti)?

E’ più facile, perché commentare la partita dopo che è giocata è molto più facile. Invece su Sky, in diretta, devi subito dare una comunicazione, devi anticipare anche il gioco.

Quindi è stata un’esperienza rilassante con il Bar del Baseball

Si, si tranquilla, una chiacchierata valutando gli sbagli che facevano gli allenatori e i giocatori di altre squadre. Magari sottolineare queste cose così anche chi ascolta, in Italia, può imparare dagli sbagli degli altri.

Dopo questa full immersion nelle World Series del Bar del Baseball credi che si sia fatto abbastanza per il pubblico

Si, certo! E’ stato bravo Gianluca (Marcoccio) ad attirare pubblico. Io facevo soltanto una chiacchierata con lui, senza pubblicità, una cosa tranquilla.

In America si dice che il pubblico allo stadio è in diminuzione, durante la regular season. Però alle World Series si è visto che questo problema non esiste, gli stadi erano sempre pieni (anche per otto ore). Secondo te quali possono essere le ragione di questo allontanamento.

Ma io penserei più al fatto che all’inizio del campionato fa troppo freddo, si è cominciato troppo presto, C’era pioggia, neve, freddo: la gente non va allo stadio. Poi ci sono state squadre che hanno collezionato più di cento sconfitte. La gente non va a vedere la squadra che perde così tanto. Il campionato non era troppo equilibrato, con due tipi di squadre: o troppo buone o troppo scarse e questa può essere una ragione per cui le persone non vanno allo stadio. I biglietti non costano poco: spendere 200 dollari per vedere una squadra che non vince quasi mai non fa piacere.

Uno sguardo al baseball europeo: cosa dici?

Come sempre ci sono Olanda e Italia, mi pare che sta crescendo la Germania, Spagna. E’ molto meglio di 40 anni fa quando c’erano solo Olanda e Italia e nessun altro.

La Nazionale italiana: cosa ne pensi?

Non seguo molto, però mi sembra che la squadra non è male.

Una partita storica durata quasi otto ore. Tu sei a favore del taglio dei tempi nel baseball?

Quella è stata una partita unica, un episodio. Io sono a favore del taglio del tempo, sono d’accordo anche di usare la strike zone elettronica. Troppe contestazioni. Uomini di 50 anni che discutono, non mi piace, non è educativo. Diminuire i tempi ci farebbe vedere più giocatori che girano la mazza. In America cercano di non tirare strike, cercano di lanciare in modo che il battitore sbagli il giro di mazza. Poi tanti cambi di lanciatori. L’anno prossimo dovrebbero introdurre il limite di 20 secondi per il lanciatore, questo mi sembra buono.

Sono state queste le migliori finali che hai visto negli ultimi anni?

No, perché Boston era troppo forte.

Gli Yankees e gli Astros avevano giocatori incredibili, ma non sono approdati alla finale.

Ma gli Yankees non avevano lanciatori. Per vincere ci vogliono buone difese e buoni lanciatori e gli Yankees non avevano questo.

Stanton, Judge non hanno brillato come ci si poteva aspettare

Stanton sbaglia posizione di battuta. Inutile fare fuoricampo quando hai davanti lanciatori poco forti. Però quando arrivi ai play off tutti i lanciatori sono forti e tu non batti. Lui batte con posizione chiusa, non va bene. Andava bene per il baseball di 40 anni fa, adesso no! Deve stare diritto e leggermente aperto.

Si cerca troppo il fuoricampo e troppo poco la battuta corta?

SI, questo è il nuovo baseball.

Solo potenza?

Si, però è sbagliato. Boston è una squadra eccezionale: loro giocano a baseball a 360 gradi; non solo fuoricampo ma rubate, basi ball, valide. Loro giocano da vera squadra di baseball.

Il nuovo baseball diminuisce la richiesta di capacità tattica?

Si. Niente bunt, batti e corri, niente di questo. Tutti stanno lì per fare fuoricampo, ma non va bene. Al pubblico piace, ma non va bene, non è più baseball.