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BEATRICE SALVIONI: DEDIZIONE, DETERMINAZIONE, COMPETENZA

24 Dic , 2021  

di Serenella Mele

Dovendo scegliere tre parole per inquadrare il personaggio Beatrice Salvioni, potrei dire: studio, determinazione, competenza. In questo esatto ordine. Atleta del Rhea Caronno in serie A1, professionista nel settore sportivo ma anche sanitario.

Dopo la laurea all’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano, ha recentemente conseguito presso la Kern School il titolo di “Massaggiatrice capo bagnino degli stabilimenti idroterapici”, discutendo una tesi sul tema “Prevenzione delle algie muscolo-scheletriche del rachide in atlete di softball tramite massaggio miofasciale e attività fisica adattata”.

Dottoressa, congratulazioni. Prima di tutto! Possiamo affermare che si può fare attività agonistica ad alto livello e completare con successo gli studi?

Penso che chiunque intraprenda un percorso di studi possa trovare il tempo per fare attività agonistica ad alto livello. Lo dimostro non solo io ma anche tanti atleti di fama internazionale che sono riusciti a conseguire titoli in maniera brillante pur essendo impegnati per gran parte del loro tempo nell’attività agonistica. La dedizione, la determinazione sono il mio punto di forza. Da quando ho iniziato l’università ho sempre cercato di alzare l’asticella ingaggiando sfide in primis con me stessa, senza accontentarmi mai perché fa parte della mia indole. Il tutto accompagnato dai sacrifici. Lo scorso anno è stata dura conciliare il Softball con gli orari di scuola, la mia priorità era questa, perciò sono dovuta stare lontana dal campo di Caronno durante alcuni allenamenti settimanali di squadra. Riuscivo a recuperare allenandomi in solitaria a orari spesso e volentieri improponibili tipo le 6 di mattina o le 10 di sera e durante le feste. Essendo il Softball un altro importante impegno e il mio benessere psico-fisico una prerogativa fissa, ho fatto in modo di allenarmi tutta la stagione almeno 5 giorni alla settimana ed è stata un’ulteriore sfida con me stessa superata alla grande”.

La laurea triennale, poi la magistrale, infine il “master”

Ho conseguito la laurea in Scienze Motorie sia triennale che magistrale, tra l’altro quest’ultima nel marzo 2021. La Laurea specialistica è relativa a “Scienze e tecniche delle attività motorie preventive adattate”, l’unico corso abilitante alla strutturazione di programmi di attività fisica specifica per diverse tipologie di popolazione, dall’atleta e da chi è in salute fino a chi necessita di rieducazione motoria a seguito del ciclo fisioterapico, passando per chi presenta problematiche di natura posturale, cardiovascolare, neurologica. Dai bambini, ai giovani, agli anziani, fino ai disabili. Il titolo di massoterapia invece non è propriamente un master ma un corso finalizzato alla qualifica professionale di massaggiatrice avvalendosi di diverse tecniche di massaggio quali miofasciale, tradizionale, sportivo, linfodrenante e tecniche complementari, come l’utilizzo di kinesiotaping, bendaggio funzionale e terapie fisiche strumentali. Diffidare dalle imitazioni: è altissima formazione”.

Perchè questa scelta ?

Fin da piccola sono sempre stata appassionata allo sport e all’attività fisica, ricordo che già alle elementari rimarcavo ai miei che avrei voluto prendere questa strada. Ci sono stati poi diversi volti e ambienti, tra cui anche il Softball che comunque mi hanno indirizzata. Di fatto io ho il movimento nelle vene, l’unico settore nel quale riuscivo veramente a inquadrarmi era questo. Da quando ho iniziato a sostenere i primi esami nell’Ateneo finalmente riuscivo a ottenere quello che meritavo, mentre al liceo scientifico mi sentivo fuori luogo. Inoltre ho appreso i benefici positivi che la chinesiologia (scienza del movimento) ha sull’essere umano. Da quel momento, è stato un attimo decidere di fare del mio stile di vita il mio ambito applicativo di lavoro da promuovere per la salute di tutti. Sono una persona che non riesce a stare ferma, non avrei mai potuto lavorare dietro ad una scrivania o a un computer, anche perché il mio corpo si ribella alla sedentarietà.

Per quanto riguarda Massoterapia invece, la mia scelta è nata dalla volontà di arricchire la formazione ancora di più per avere un bagaglio completo ed efficiente. Inoltre, conciliare attività fisica e massaggio come ho presentato nella mia tesi è veramente un binomio vincente: il corpo non è in grado di rispondere correttamente solo grazie alle terapie passive ma necessita di attivare i pattern neuromuscolari tramite degli esercizi mirati.

Giusto perché non ero abbastanza soddisfatta, durante quest’anno ho chiuso il cerchio frequentando anche un master presso Edi.Ermes riguardante la Posturologia Clinica, per ampliare l’orizzonte su questo campo che posso dichiarare essere il mio must insieme all’attività fisica per il pavimento pelvico. Con questo percorso in costante aggiornamento l’obiettivo è anche quello di rendere orgogliosa la mia famiglia, dimostrando loro che posso riuscire e dare l’anima in qualcosa che rappresenta l’espressione più vera di me”.

Hai sentito l’esigenza di unire la tua passione per il softball, il tuo impegno agonistico, con gli studi. Hai trovato casi studio (o problematiche frequenti nel softball) per giustificare la scelta accademica?

Ho scelto di approfondire questo argomento (Softball) perché nelle mie precedenti tesi non l’avevo ancora preso in considerazione e perché sapevo che il mal di schiena nelle sue innumerevoli sfaccettature dilaga anche nella nostra realtà sportiva. Io stessa ancora ci convivo e lo combatto, avendo avuto delle problematiche significative in passato. Perciò nella prima parte della tesi ho sottoposto un questionario da me stilato alle giocatrici militanti nella massima serie italiana di Softball per verificare l’entità delle algie alla colonna vertebrale e confrontare i dati con quelli raccolti nelle review scientifiche, da cui sono emerse considerazioni interessanti: il 76% ha sperimentato precocemente il primo mal di schiena al di sotto dei vent’anni; su circa 100 atlete contattate solo 20 hanno dichiarato di non aver riscontrato episodi di rigidità e affaticamento alla schiena nel mese precedente la stagione agonistica, la lombalgia si conferma la rachialgia che colpisce di più (68 soggetti). La rotazione del rachide nella battuta, l’inclinazione del busto in avanti per prendere la pallina, il tiro overhead e sidearm sono in quest’ordine le gestualità torsionali, balistiche e di potenza del batti e corri che maggiormente sovraccaricano le strutture osteo-muscolo-fasciali e che scatenano più dolore a detta delle atlete.

Nella parte pratica dell’elaborato il mio caso studio è stata la mia compagna di squadra Melany Sheldon, che per un mese e mezzo dopo la valutazione funzionale ha preso parte al mio progetto che includeva sedute monosettimanali di massaggio miofasciale da 45 minuti con le manovre tradizionali come scivolamenti e tecnica trigger point e due schede con esercizi cuciti ad hoc con finalità di: mobilizzazione e propriocezione di rachide, bacino e complesso piede-ginocchio, ottimizzazione addomino-pelvica e del core, rapporto tra tono posturale e catene cinetiche, focus sull’upper, stretching e rilassamento. Viste le conclusioni, direi che è andata bene”.

In quali contesti lavori e quali problematiche risolvi con le tue competenze?

Io lavoro e voglio lavorare principalmente in palestre o in centri dove la personalizzazione dei programmi di attività fisica è fondamentale, essendo ogni soggetto unico: le situazioni che si vanno a interfacciare sono infinite, il trattamento dipende molto anche dagli obiettivi della persona oltre che dalle problematiche riscontrate. Per questo si necessita del lavoro di laureati in èquipe.

Punto molto sul mio cavallo di battaglia che è la postura, perché la maggior parte delle problematiche, sia che si tratti di dolori o di veri e propri infortuni, si manifestano a seguito di assetti posturali statici errati prolungati e sforzi fisici quotidiani ripetuti eccessivi o non salvaguardanti i principi cinematici, causando continui microtraumi. Riferendosi alle algie muscolo-scheletriche per farla breve spesso sono risultanti da overuse di natura meccanica, cioè delle anomalie anatomo-funzionali non maligne nate dalle “soluzioni posturali” che ogni soggetto mette in atto nella sua vita, come manifestazioni del suo vissuto psico-fisico. Questa tensione è in grado di rimanere latente e migrare per tutto il corpo grazie al sistema muscolo-fasciale che lo caratterizza, provocando compensi che scaricano il dolore nel punto più “disponibile” e più debole della catena. Il più delle volte infatti, la zona sofferente lamentata dalla persona non è mai la causa primaria del problema e la catena posteriore di cui fa parte il rachide è molto soggetta a quanto esposto.

Al ripristino posturale aggiungo gli esercizi più funzionali per la persona che devo trattare, più inerenti all’ambito fitness con il mantenimento e il potenziamento di tutto il corpo, la core stability e il pavimento pelvico, la preparazione fisico-sportiva, la ginnastica dolce ecc. Per conto mio invece gestisco il riequilibrio posturale globale sfruttando diverse metodiche tra cui Pancafit, Back School, Boschetti, Myers, Bousquet, Mezieres, Souchard, McKenzie, Feldenkrais, Franklin, de Gasquet ecc. e la massoterapia ove necessario”.

Il softball è parte importante della tua vita: ce lo racconti?

Ho iniziato all’età di 9 anni presso la società A.B. Caronno Softball dove attualmente milito. Non ho mai cambiato squadra perché questi colori ce li ho cuciti sul cuore, ho un grande attaccamento alla maglia perché è una realtà speciale dove ti senti sempre accolta, tutelata, grata: una seconda casa. Nella grande famiglia della Rhea da subito hanno coltivato e scommesso sul mio talento, mi hanno infuso ideali autentici che hanno forgiato l’atleta e la donna che sono: per questi motivi la porterò sempre in alto nel bene e nel male, un amore che supera di gran lunga la mera vittoria o la sconfitta. Le mie prime allenatrici sono state Wilma Colombo e Simona Meroni e in seguito Argenis Blanco.

Attuale manager del Caronno, Argenis Blanco, venezuelano da diverse stagioni alla guida della blasonata società lombarda, dice di Beatrice Salvioni:
“Un’atleta ed una persona rispettosa, studiosa, un mix leone-colomba, grintosa ma buona. Ha sempre avuto grandi obiettivi, incarnando i migliori valori dello sport. La definirei l’Alex Del Piero del Caronno, grande amore per la maglia, grande esempio per tutto il nostro gruppo”.

I risultati più importanti ottenuti sul campo -racconta Beatrice Salvioni – sono stati la promozione in A1 nel 2013, il secondo posto alle Senior League Softball World Series nel medesimo anno (cosa che nessuna squadra europea era riuscita a fare prima di noi a questo torneo internazionale) e a livello personale il guanto d’oro del 2016 come miglior seconda base del campionato. Con la Nazionale ho collezionato due medaglie, una di bronzo e una d’argento ai campionati europei rispettivamente nel 2011 e nel 2014 con le categorie giovanili (Under 16 e Under 19)”.

Conciliare studio e attività agonistica: la passione per quello che fai aiuta?

Lo sport aiuta eccome! Non solo mi ha introdotta e mi ha spinta verso la realtà dell’attività fisica, ma mi fa scoprire continuamente il corpo in moto, tutta la fisiologia e la complessità che stà dietro l’essere umano e anche il nostro lavoro. Ormai anche quando pratico o vedo le gestualità sport-specifiche del Softball o di altro, rifletto involontariamente sui muscoli, le articolazioni, le posture, i meccanismi e la biomeccanica”.

Un grande tecnico ed una/un grande atleta che sono stati per te fonte d’ispirazione sia come atleta che come professionista

L’atleta di Softball che è stata di notevole esempio per me è stata Debora Moretto con la quale ho avuto la fortuna di condividere alcune stagioni sulla terra rossa tra il 2013 e il 2014. Era un portento di lanciatrice, le statistiche parlavano per lei perché era estremamente competitiva, ma nonostante ciò è sempre stata molto umile e semplice. Di un altro livello rispetto a me che ero ancora in fase di crescita, però anche quando sbagliavo (e a quei tempi devo dire parecchio) non l’ho mai vista arrabbiarsi né con me né con nessun’altra, anzi, ci spronava a dare il meglio. Oltre alla bravura tecnica ci metteva il carattere e il cuore in tutto e per tutto. Il suo modo di lavorare in allenamento e di gareggiare era da vera professionista, anche se si sa che non guadagniamo un soldo per giocare.

Volendo citare un atleta in generale direi Alessandro Del Piero, più che un calciatore, più che una bandiera e un capitano: semplicemente un idolo e un grande trasmettitore di valori sportivi e umani dentro e fuori dal campo”.

Il tuo sogno da atleta?

Vincere lo scudetto con il Caronno”.

Uno stabilimento idroterapico è definibile come un luogo dove ci si occupa di recupero funzionale: dove ti piacerebbe lavorare?

Questa è una bella domanda… Diciamo che sono da poco entrata nel mondo del lavoro quindi nonostante io abbia alcuni progetti in testa prima ho bisogno di fare tanta esperienza e la sana gavetta per poi valutare se le mie ambizioni saranno realizzabili”.

Rivolgi un invito alle famiglie, perchè portino i bambini a giocare a softball. Benefici sociali, fisici, che altro?

Il softball è uno sport differente rispetto a quelli presenti nel nostro Paese, non c’entra che sia poco conosciuto, resta comunque una disciplina avvincente. È uno sport completo, recluta tutte le principali capacità perché bisogna saper cogliere l’attimo vantaggioso esprimendo massima potenza, ma anche saper modulare reazione, coordinazione, agilità, velocità, equilibrio e differenziazione cinestesica. Inoltre è estremamente allenante per gli schemi motori di base, come correre, lanciare, mirare, afferrare, colpire ecc. Anche la sfera mentale assume rilevanza perché in difesa bisogna sapere prima della situazione cosa fare oppure decidere a seconda di quello che si verifica, mentre in battuta bisogna avere la lucidità di capire quali lanci attaccare ed eseguire ciò che serve in quel momento. Questo duplice ruolo che ogni giocatore deve avere rende il Softball molto particolare e multifunzionale perché permette continuamente di riscattarti in ogni fase del gioco. Non da ultimo, essendo uno sport di squadra favorisce la cooperazione, la reciprocità, la fiducia, l’integrazione e la socialità di gruppo”.

Lo sport è spesso fatto di personaggi, meteore. Tra la competenza, il talento e l’effimero troviamo l’eccellenza di chi “è, sa fare, ha talento” e lo mette a disposizione degli altri. Beatrice Salvioni rappresenta la competenza, la sostanza professionale, la sicurezza di un beneficio ogni qualvolta è chiamata ad intervenire. Una “wow-personaggio”, una professionista della salute.


(Fonte immagine: archivio privato di Beatrice Salvioni)

(Immagine di copertina: Beatrice Salvioni in un’azione di difesa)

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